Ricordate il percorso binario per superare la soglia di attenzione del pesce rosso, di cui ho raccontato nel “Fuorisalone 1”? In cerca di botteghe storiche e piccole realtà artigianali che espongono in questi giorni, mi sono spostata nel distretto delle 5 vie, tra il Duomo e Sant’Ambrogio, l’incrocio a forma di stella di epoca romana formato da via del Bollo, via Santa Marta, le
due Santa Maria e via Bocchetto. Più tutti i dintorni. Io vengo spesso in questa zona a camminare tra le strade strette e silenziose che costeggiano le rovine romane quando ho bisogno di sciogliere i nodi della mente o dell’anima. Ieri però sono riuscita ad entrare nei cortili che solitamente sono schermati dai portoni, ed ho fatto due bellissime scoperte.
La prima è Palazzo Borromeo che appartiene alla famiglia che ha dato i natali a San Carlo Borromeo ed al cardinale che oggi definiremmo ” … Federico dei Promessi Sposi”. L’impronta del palazzo è gotica nelle finestre e nelle decorazioni, ha due meravigliosi cortili irregolari nella planimetria e nella disposizione degli archi ogivali, ed il secondo cortile, meno interessato dagli interventi successivi, è particolarmente suggestivo sul lato che conserva gli antichi affreschi della facciata. Posso farvi vedere poco perché il portiere mi ha bruscamente intimato di non fotografare, ma vi garantisco che la visita non vi lascerà indifferenti.
La seconda è la Società di incoraggiamento d’arti e Mestieri, in via santa Marta, fondata nell’ottocento per sostenere le competenze professionali e tecniche degli operai e premiare l’innovazione nel campo della nascente industria
manifatturiera lombarda. Un altro pezzo di storia della nostra città, insomma. Oggi c’è una sede dell’accademia del Teatro alla Scala, The Fab-Lab che è un laboratorio di fabbricazione digitale aperto a chiunque abbia necessità di utilizzarne i macchinari e Essence Accademy una scuola di estetica ed acconciature che adotta anche essa tecnologie digitali di insegnamento.
Ecco. Non vi ho parlato del Fuorisalone. Come dicevo sono partita alla scoperta di botteghe ed artigiani ma sono finita, come Cristoforo Colombo, da tutt’altra parte. Al garage Sanremo, una struttura davvero brutta sorta sulla demolizione che venne fatta nel periodo fascista per costruirci la casa del fascio, ed infatti la via è dedicata all’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Incuriosita dallo spiegamento di sicurezza sono entrata nell’installazione Cartier Precius Garage, dove due mondi così distanti come la gioielleria e i motori si incontrano nella presentazione della rieditata collezione rock degli anni settanta di Cartier “just un clou“, gioielli a forma di chiodo declinati in ogni variante preziosa. Ma sono di oro anche tutti gli strumenti di officina, i pezzi di motore, una macchina sospesa al soffitto. I copertoni no, quelli sono rimasti grigi. Aristocrazia del lusso e raffinata capacità artigianale, la sintesi perfetta del quartiere. Novella Colombo, le intenzioni erano diverse ma la scoperta è stata magnifica.