Se hai deciso di elevare l’emozione a cifra assoluta di conoscenza, ci fai anche un sito, e dopo un mese pubblicano in Italia “L’Atlante delle emozioni umane” scritto da una scienziata antropologa storica bravissima, Tiffany Watt Smith, (bravissima anche la traduttrice) corri a comprarlo per inaugurare la sezione libri del tuo sito, e anche per studiarlo e prendere appunti.
Ma la vita è piena di sorprese, e dove meno te lo aspetti trovi un libro che ti corrisponde appieno e più di ogni altro, perché racconta la tua vita, proprio la tua, episodio dopo episodio, ma questo ve lo spiegherò alla fine.
No, non sto parlando di uno di quei libri sull’autostima, sull’auto aiuto, sulle regole un tanto al chilo per essere felici, ricchi ed proprio agio con il prossimo. Considero quei libri spazzatura, buoni solo a far guadagnare soldi sulle inevitabili complicazioni della vita che è facile risolvere con una dose aggiuntiva di buon senso, cercando il confronto con gli altri e, se proprio è necessario, con l’aiuto di un bravo medico.
L’Atlante delle emozioni umane codifica e racconta, senza nessuna pretesa di essere esaustivo, circa 156 stati d’animo, da quelli più diffusi alle emozioni minori o stravaganti, le categorizza geograficamente lì dove l’essere umano ha ha inteso dare un nome a quella specifica emozione e collega le diverse voci di emozione a seconda che siano simili o contrarie.
Un vocabolario emotivo a tutti gli effetti.
Scopriremo quindi che lo spettro delle emozioni umane è molto più ampio e sfumato di quel che immaginiamo, e che quelle sensazioni imprecise che durano un attimo, quegli stati d’animo che sembrano appartenere solo a noi ed al nostro carattere, in realtà dall’altra parte del mondo hanno dignità di sentimento diffuso e riconosciuto, tanto da meritare un nome preciso.
Se l’allegria imposta da convenzione sociale o metodo di lavoro, si chiama “emotional labour” perché è stata elaborata dalla società americana, e l’esempio figurativo sono le immagini dei Presidenti che devono necessariamente sorridere per infondere ottimismo e perpetrare il sogno americano, il pensiero corre immediatamente a tutte le volte che la famiglia è in subbuglio, e siccome in quel momento sei il componente messo meno peggio, ti senti in dovere di sfoderare il tuo miglior sorriso per riportare il buonumore almeno finché dura la cena.
Lo schadenfreude, in Germania, è quella gioia inattesa che proviamo quando veniamo a sapere della sciagura che ha colpito qualcuno, un brivido clandestino che nessuno più negherà di aver provato almeno una volta nella vita quando scoprirà che l’origine del sentimento non è la cattiveria, ma il sollievo per aver scoperto che i sogni infranti appartengono a tutti, purtroppo.
Il nginyiwarrarrigngu, infine, è una delle quindici diverse forme di paura per i Pintupi, una tribù del deserto australiano, ed indica nello specifico lo spasmo d’allarme che ci fa saltare in piedi per capire cosa lo abbia provocato, mentre il ngulu è il timore che si prova quando temiamo che qualcuno voglia vendicarsi di noi.
Come leggere questo libro? Non in maniera accademica, nessuno di noi ricorderà mai tutte le emozioni descritte e le voci sottoderivate ad esse collegate.
Se però leggete la voce che descrive l’emozione, e appuntate a fianco della definizione il momento in cui avete vissuto il medesimo stato d’animo, alla fine del libro, vi assicuro, ci troverete la storia di tutta la vostra vita, breve o lunga che sia, un vero diario emotivo di quello che vi è successo, e magari avevate anche dimenticato o non sapevate nemmeno di aver provato. Ci sarà la gelosia per il fratello minore, il dispiacere per un atto gratuito di cattiveria da parte di vostro padre, la vulnerabilità del primo amore, il desiderio di tornare alla casa dell’infanzia pur sapendo che non ci potreste vivere un minuto in più delle canoniche vacanze di Natale, la gioia finora indescrivibile per aver visto un uomo superare il suo limite.
Una volta completato, come tutti i diari, anche il vostro personale atlante delle emozioni umane dovrà essere rigorosamente autografato e messo sotto chiave, perché le emozioni costituiscono in definitiva la nostra unicità, preziosa, misteriosa e segreta.
ATLANTE DELLE EMOZIONI UMANE, TIFFANY WATT SMITH, UTET