Fashion Week da mercoledì a Milano. Cerchiamo di non cadere nella solita trappola del traffico fissando appuntamenti procrastinabili dall’altra parte della city e deliveroo dell’ultimo minuto, e approfittiamone per trascorrere anche noi una settimana diversa. E’ difficile certo, la moda non è inclusiva come il Salone ed eventi aperti al pubblico non ne hanno mai fatti. Quest’anno però il Comune è intervenuto con “MILANO XL” (ossimoro in un mondo in cui la taglia media è la 40), un programma di installazioni in diversi luoghi della città che celebrano la creatività e la manifattura italiana.
Milano XL
Il tema è collaudato, ma per quello che abbiamo potuto vedere ancora a bocce ferme – alcune installazioni saranno interattive- la visione del progetto nella sua interezza sembra un pò facile e scontata, banali le maschere in Rinascente, triste il siparietto celebrativo del matrimonio al Castello, già smorti e stinti i drappi appesi alle finestre del Palazzo della Ragioneria. Insomma le installazioni meritano solo per il contesto meraviglioso degli ambienti in cui sono allocate, la nostra città.
Galleria Vittorio Emanuele
Agli allestimenti manca proprio quel che si vuole celebrare, la creatività, l’originalità, la freschezza dell’idea e torniamo al solito discorso: Milano vive un momento fantastico, è diventata una meta aspirazionale, ma l’effetto Expo tra un pò scomparirà e la città va diversamente alimentata. La soluzione non è poi così difficile, osare e sperimentare anche se questo significa uscire dai vecchi schemi e dai vecchi personaggi come il curatore di questa iniziativa, Davide Rampello, che certamente in città ha detto e fatto tanto, ma che in questa occasione ha prodotto un evento senza respiro.
Milano è chiamata a celebrare la rivoluzione estetica di Alessandro Michele di Gucci, secondo il Time l’italiano più influente al mondo per aver saputo intercettare ed esaltare il senso di trasversalità di genere dei nostri millennians, le stories di Stefano Gabbana che hanno mandato in tilt Instagram, le it girl italiane che hanno successo nel mondo. Che ci piaccia o no, questa è oggi la creatività che oggi esprime Milano.
Io una idea la avrei. La prossima volta il sindaco, gli assessori, si prendano la responsabilità di ignorare le rendite di posizione, anche politiche, ed indicano un bel concorso di idee tra i ragazzi che vengono a Milano nella speranza che qualcuno riconosca il loro talento. E’ rischioso lo so, ma anche governare lo è, in un paese che vuole crescere.