“Chi m’ha visto” mi ha regalato 110 minuti di immenso divertimento, di testa e di cuore. Non è poco, di questi tempi e con questo cinema ormai tutto sturm und drang – provate a scorrere la programmazione- che già la vita è dura e se esco la sera scusatemi se un pò me la voglio anche spassare. E con le commedie italiane, sarete d’accordo, non c’è competizione per nessuno. Abbiamo tanti difetti, noi italiani, ma un pregio incommensurabile: sappiamo ridere di noi stessi e raccontarlo con intelligenza e verità. Non per niente, Plauto era uno dei nostri.
La storia di “Chi m’ha visto” è dolce e un pò grottesca, strampalata e tremendamente attuale: Martino Piccione, un chitarrista di talento, non riesce ad avere successo perché oscurato dai divi della musica italiana con cui collabora. Nemmeno quando ritorna a Ginosa, il suo paese di origine, è considerato un vero musicista, perché nessuno ha mai sentito parlare di lui.
Ma Martino non vuole rinunciare al suo sogno di diventare un solista di successo ed è così che complice l’amico di infanzia Peppino Quaglia, un vitellone provinciale gretto quanto furbo, e la conformazione territoriale del paese, mette in atto un piano diabolico: scomparire per affermare la sua esistenza nel mondo.
Martino Piccione è Beppe Fiorello, finalmente uscito dal tunnel delle serie TV, che si dimostra molto bravo ed anche intelligente, per aver voluto al suo fianco un attore ancor più avvezzo di lui ai tempi del cinema, quel mostro di recitazione che è diventato Pierfrancesco Favino, un Peppino Quaglia davvero indimenticabile. I due, insieme, sono i nuovi “Totò e Peppino ed i fuorilegge”, niente altro da aggiungere.
Martino riuscirà nel suo piano? Posso solo dirvi che le conseguenze della sparizione saranno impreviste, esilaranti e un pò struggenti perché come dice Peppino a Martino: “tu vali finché non ci sei”
Se diventi il protagonista di una storia che non ti appartiene, è difficile poi far apprezzare alla gente la tua musica. Ed allora la domanda che si pone è una sola: ai tempi di Instagram, dei like e della tv spazzatura paga rimanere fedeli al proprio talento, con il rischio però di non vederlo mai riconosciuto, o è necessario anzitutto apparire, magari sacrificando sull’altare del successo le proprie doti.
al cinema da giovedì 28 settembre