Ma voi credete veramente a quel che hanno scritto i giornali e cioè che ieri a Milano, primo giorno di saldi, le vendite hanno subito una impennata del 5%? E’ una balla gigantesca, una fake news resa pubblica con il deliberato intento di distorcere l’informazione. Chi ha seguito le mie Instagram Stories lo sa. Ieri a Milano i negozi erano deserti.
Le ragioni sono tante ed è facile elencarle: 1. I saldi a Milano sono iniziati ben prima di Natale, non c’è stato negozio o catena commerciale che non abbia applicato sconti importanti. Ed i pre-saldi, a questo giro, erano per tutti, non solo per la clientela affezionata. 2. La maggior parte degli acquisti la facciamo on line, dove a prezzi ribassati trovi tutto e tutto l’anno e se l’acquisto non ci piace più lo restituiamo senza dover litigare con la commessa. 3. Abbiamo gli armadi che scoppiano, mentre i giornali ci raccontano quanto sia inquinante produrre una sola maglietta di fibra sintetica, senza dimenticarci del problema sfruttamento dei bambini, che tutti ne parlano, ma io un’etichetta con su scritto “prodotto senza lavoro minorile” non l’ho ancora trovata. 4. Le persone hanno imparato a godere dell’acquisto esperenziale, è vero, ma poi i conti li fanno e si incazzano, quando scoprono che la ciabattina di Gucci, acquistata nel rutilante negozio con la commessa figa e il bicchiere di spumante, costata la bellezza di mezzo stipendio, si è rovinata già la prima volta che l’hai indossata. A ben pensare, in realtà, le scarpe di questi ultimi anni non sono state pensate, nel modo più assoluto, per camminarci (pensiamo solo alle ciabatte invernali di pelo..) ma per essere fotografate su Instagram. Peccato però che noi persone normali mediamente, con le scarpe, ci andiamo a lavorare. 5. E poi il momento esperenziale lo puoi comprare anche al di fuori di un negozio, perchè è esperenziale anche farsi una sciata, o guardare il mare d’inverno, o per i piu fortunati godersi d’inverno il mare d’estate. Cosa voglio dire? Che Milano dopo Capodanno era deserta peggio che a Ferragosto, sono andati tutti via e la tredicesima, i risparmi, le tasse rinviate li hanno spesi per fare un viaggio, lontano o vicino, lungo o corto, ma vivaddio se la sono goduta. 6. Ancora. A Milano stranieri nei negozi non ne trovi così tanti, perchè anche loro hanno ben chiaro che quel che trovi nei negozi a Milano lo trovi ovunque, mentre il Duomo, il cibo, la nebbia, i Musei e Tiziano in sala Alessi no. Quelli sono solo a Milano.
Ed infine non facciamo gli ipocriti. Il saldo è una reciproca resa, un compromesso tra l’acquirente e il venditore in cui quest’ultimo rinuncia al guadagno – ma libera il magazzino- mentre il primo porta a casa qualcosa che certamente è superfluo ma ha un inestimabile valore: quello di avere un prezzo prima inaccessibile. Se queste sono le premesse ne consegue che lo sconto del saldo non possa essere inferiore al 50% e debba riguardare tutta la merce del negozio. Invece succede esattamente il contrario, perché gli sconti sono minimi e la merce in sconto non è altro che fondo di magazzino.
Insomma, se a Milano i saldi non funzionano più da anni non è solo un problema di crisi, di shopping on line, e-commerce, di saturazione del mercato: è che “la gente” è molto più saggia, molto più intelligente e molto più accorta di quel che si pensi. E quindi è inutile titolare che i saldi a Milano hanno avuto una impennata per indurre la gente a spendere in città. La gente (sempre quella) riempie le macchine per dividere i costi di viaggio e se ne va a Serrravalle, dove la merce è palesemente dell’anno passato ma è già scontata, ed in occasione dei saldi viene scontata di un’altra metà. E diventa un affare per tutti.