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Hangar Bicocca Mostra 4hangar bicocca mostra “Take Me (I’m Yours) – all’Hangar Bicocca- è una mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte. Rompendo i canoni consuetudinari, i visitatori possono compiere tutto quanto in una mostra d’arte non si può fare. Le opere si possono toccare, usare o modificare, come la scacchiera di oggetti rossi che possono essere riposizionati; le opere possono essere mangiate, come il tappeto di caramelle, possono essere consumate o indossate, come i cerchi di plastica o i vestiti dismessi. Addirittura le opere possono essere comprate oprese gratuitamente, o sostituite da propri oggetti o abiti.

Hangar Bicocca MostraSicchè la mostra non sarà mai uguale, è un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Prendere una delle migliaia di copie cartacee delle opere, svuotando lo spazio, porta il visitatore a modificarne l’aspetto, in una performance che ci vede Hangar Bicocca mostra protagonisti di un’esperienza condivisa con il resto del pubblico e con gli artisti.

L’idea di questa mostra nasce dall’incontro dell’artista Christian Boltanski  con il curatore Hans Ulric Obrist sulla necessità di ripensare i modi in cui l’opera d’arte può essere oggetto di fruizione; Boltanski, già nel 1991, aveva ideato un’opera composta da cumuli di vestiti usati, che il pubblico poteva prelevare e riporre in una busta marchiata con la scritta “Dispersion” per meglio caratterizzare la natura volatile ed effimera dell’opera destinata a scomparire.

Hangar bicocca mostra In Hangar Bicocca, unitamente a quest’opera vi sono molte a altre e diverse installazioni con cui rapportarsi; come nel 1991, anche in questo caso sarà necessario, per partecipare alla performance, munirsi della busta di carta del valore di 10 euro dentro cui riporre tutti i pezzi di arte che si desidera fare propri. Senza busta beh, si può solo guardare.Hangar Bicocca Mostra

E’ molto bello partecipare a questa performance collettiva, già rappresentata in forme diverse a Londra, e poi con continuità a Parigi, Copenhagen, New York e Buenos Aires.  Senza contare che oggi, questo rito, assume forme diverse, perchè ritirare abiti usati e portarne di propri è un gesto che, da una parte o dall’altra della barricata, stiamo facendo tutti, a dimostrazione che l’arte è vita e la sua interpretazione muta contestualmente al tempo in cui ci si rapporta ad essa. L’arte, come tutte le cose belle, è negli occhi di chi la guarda, ed a seconda dell’uomo del suo vissuto e della sua storia assume valenze diverse.

Hangar Bicocca Mostra C’è una installazione, tra tante, composta da fogli che accostati a fonti di calore ne restano segnati, che sembra sia quella che sta più incuriosendo i visitatori. La ritualità è semplice:  prelevare l’immagine  che più ci piace e terminarne l’opera, dandole fuoco. Io non ne ho avuto ancora il coraggio, ma prometto che lo farò.

 

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