Il termine cultura deriva dal verbo latino colere, coltivare. In passato si definiva cultura il bagaglio di conoscenza e sapere acquisito nel tempo con lo studio. Oggi la definizione di cultura è diversa. Instagram è cultura, Netflix è cultura, viaggiare, vestirsi, mangiare è cultura. L’esperienza è cultura.
Fa cultura chi riesce a produrre un’opera che crea emozioni. E’ colto chi davanti ad un film, un’opera d’arte, un libro, un vestito prova un’emozione, e dopo il brivido dell’esperienza, sente di essere una persona migliore. La cultura non nasce con lo studio ma con l’applicazione di un metodo di studio alla vita. Saper interpretare i fatti della vita è cultura, rendere una caduta un successo è cultura.
Per vivere occorre assorbire cultura, ma bisogna essere molto accorti nell’individuarne l’autenticità. L’arte, i libri, i vestiti, sono sempre più spesso prodotti studiati dal marketing per venire incontro ai nostri desideri già conosciuti. La cultura invece vive di vita propria, produce i desideri, non è accondiscendente. Non è un prodotto mercificabile al bisogno immediato. È la cultura a creare il bisogno.
Milano è la città dove succedono le cose in Italia, e se non succedono a Milano sono destinate a non succedere mai. Milano produce cultura, anche se talvolta succede che qualcuno metta il marchio Milano senza fare una vera selezione e sbaglia, perché la città è molto severa, e se la proposta non è convincente non risponde.
Tutti possiamo fare cultura e vivere nella cultura. La cultura ci salverà dai fake, dai populismi facili, dall’essere strumentalizzati. È sufficiente rompere l’ovvio, il facile, la massa e ragionare liberamente. Lo possiamo fare tutti. L’ opera è arte quando non ha un significato univoco ma regala a ciascuno di noi una interpretazione personale. Se c’è una spiegazione imposta non è arte. Non è cultura.
Spacchiamo i vetri dell’ovvio, cerchiamo talenti, germiniamo arte, riveliamo l’autentico. Facciamo cultura.