A Milano Palazzo Reale ospita la mostra “Italiana, L’Italia vista dalla moda 1971-2001” che racconta il Made in Italy di quegli anni e la stretta connessione tra moda, design arte e costumi.
Ma dall’arte (perché la moda era arte, oggi non lo so) ciascuno è libero di estrapolare quel che l’emozione gli offre, sicché io vi racconto le mie. Così magari voi mi raccontate le vostre, di emozioni, e chi invece vuole un sunto istituzionale della mostra se la vada a cercare sui siti che lavorano con le cartelle stampa.
La prima considerazione che voglio farvi è che a quei tempi la moda, molto più creativa e meno legata alle strette esigenze del marketing, anticipava il pensiero ed il ruolo della donna nella società, tanto da indicare e suggerire strade che le donne non immaginavano ancora che esistessero. Oggi accade esattamente il contrario e l’esempio ve lo danno proprio queste ultime sfilate, dove in passerella sono scese solo donne coperte, velate, corrucciate e preoccupate di non apparire seduttrici di uomini. Insomma, la moda anticipava, il fashion si accoda, mettiamola così.
Poi a fare moda, in quegli anni, era lo stilista dal pensiero forte, che con un abito riusciva a raccontarti la sua visione del mondo al pari di un artista. E quindi viene naturale chiedersi cosa sarebbe oggi il Made in Italy se non ci avessero lasciati in troppi, e troppo presto. Walter Albini a 42 anni, Gianni Versace a 51 anni, Franco Moschino a 44 anni, Enrico Coveri a 33. Mentre il più artistico, poetico, meraviglioso stilista dell’anima, Romeo Gigli, (che dicunt litigò con il clan Sozzani, sta di fatto che nessuno l’ha più prodotto) è di fatto scomparso dall’universo moda.
A visitare la mostra, poi, scoprirete che quel che vediamo oggi era già stato tutto già pensato. Insomma oggi ci si limita a riproporre l’allora, seppur presentato con molti più fregi ed orpelli perché nella società dell’immgine chi la spara più chiassosa, chi esagera, vince.
E poi, certamente, gli stilisti proponevano modelli di donna che rispondevano alle diverse inclinazioni ed attitudini di ciascuna, con un filo comune però che accomunava tutto. Erano vestiti. Erano fatti per il corpo delle donne. Erano universali ed oggi potremmo rimetterceli tutti, mentre farebbe orrore indossare un capo di un paio di anni fa. Pur essendo prêt à porter avevano una figurazione sartoriale altissima. I tessuti erano meravigliosi. E sopratutto erano senza età. Ciascun donna, compatibilmente al proprio fisico e portafoglio, avrebbe potuto indossarli senza timore di sentirsi inadeguata.
Ed infine. I più grandi stilisti italiani lavoravano in Italia, producevano in Italia, sfilavano in Italia. Oggi Maria Grazia Chiuri è da Dior, Riccardo Tisci ha lasciato da poco Givenchy, mentre Valentino di Piccioli, Scognamiglio, Giambattista Valli sfilano tutti a Parigi. Alessandro Michele di Gucci? Nessuno osa dirlo, per l’impero pubblicitario che smuove, ma ha tirato troppo la corda ed è diventato noioso e ripetitivo. E’ un grande assemblatore di stili, fa dei fantastici collage, ma l’opera d’arte no, non l’ha mai prodotta. Ora la storia non torna indietro, ma gira. E se noi l’aiutassimo a girare con un comportamento di acquisto più serio e consapevole? Meno low cost, ricerca di qualità, educazione delle nuove generazioni -che sono super sensibili all’ambiente- di quanto gli abiti a pochi euro sono inquinanti, vintage ed usato a go go, riciclo dei vestiti tra amiche, risparmi consapevoli per l’acquisto di un oggetto che debba durare almeno 10 anni. E sopratutto ricerca di sartorie, delle scarpe artigianali, di linee prodotte in Italia.
Però no, non mi chiedete di rinuciare alle mie slippers di Gucci. Si, ci sono cascata anche io. Si, si sono rovinate immediatamente. Si sono già super datate. Si, quando le calzo il marito si rifiuta di uscire con me (non scherzo). Giuro che la prossima stagione le regalo a qualcuno. Ancora questa primavera vorrei tenerle io, però.
ITALIANA – L’ITALIA VISTA DALLA MODA 1971-2001 PALAZZO REALE MILANO –
FINO AL 6 MAGGIO 2018. BIGLIETTO € 5,00. SEMPRE APERTO TRANNE CHE AL LUNEDÌ MATTINA