A Tempo di Libri mi ha incuriosito un piccolo corner di una casa editrice mai incontrata, il logo rosso con un font antico, quasi da azienda manifatturiera e una esposizione fatta di pochi libri con formati e copertine diversi, quasi che un lettore avesse portato in fiera i suoi libri preferiti.
Mi fermo ed interrogo Monica Aluisetti, office manager garbata e gentile, che mi racconta la storia di SEM, che sta per Società Editrice Milanese, una casa editrice da poco partita senza catalogo, che fa ricerca di narratori ed edita due libri al mese, su cui lavora con un approccio sartoriale e personalizzato.
Premesse assai bene auguranti, sicché compro tre libri e mi riprometto di parlarne se, effettivamente, nel progetto editoriale scoverò il mind. Se sono qui a scrivere, è evidente che l’ho trovato, eccome se l’ho trovato.
I tre libri sono molto diversi tra loro, ma c’è una evidente nota che li accomuna: non sono prodotti di marketing, sono fatti da storie. Per chi ama leggere non dico nulla di nuovo: accade sempre più frequentemente di comperare libri che, dopo le prime pagine, sembra di aver già letto, e non una volta sola. Tutti uguali. Medesimi i tempi di scrittura, medesimi gli intrecci narrativi, medesimi i contenuti. Facile psicologia, un pò di politica dalla parte dei buoni, sesso per condire, persino quella giusta dose di poesia che faccia sentire coinvolto emotivamente il lettore.
Queste di SEM, invece, sono semplicemente narrazioni. Scritte bene, altrettanto ben curate, ma così spontanee e vere che i pregi e difetti della narrazione fanno parte del gioco, li accetti in egual misura, come si fa con un amico di vecchia data. Sono piccoli pezzi di vita racchiusi in un libro e la vita è imperfetta, ma la ami proprio per questo. Non posso dirvi altro, il giudizio sul libro è assolutamente (qui l’avverbio non sta a sproposito) soggettivo. Vi assicuro però che sono tutti e tre libri autentici, e che vi terranno compagnia cosa che, in ultima analisi, è la funzione primaria di un buon libro.
Ho letto:
- “La stoffa delle donne” di Laura Calosso: la piccola, buffa ma incisiva rivoluzione di una donna stufa della sua vita. Ho molto riso, ma ho anche deciso di non comprare più i vestiti da H&M perché temo siano velenosi.
- “La chimica dell’acqua” di Sara Kim Fattorini: un giallo avvincente ed una parte di Milano che sembra vivere in una dimensione estranea alla città che è ormai diventata. Intrigante, una gran bella atmosfera.
- “Formicae” di Piernicola Silvis: un thriller di persone e di anime, scritto senza facili sensazionalismi ma con la consapevolezza di chi l’uomo lo conosce per davvero. Profondo, intenso.
Vero che non si comprende quale dei tre mi sia piaciuto di più?