Milano ed i suoi eventi. Ieri a City Life la Torre Hadid meglio conosciuta come “La Storta”, è stata presa d’assalto da migliaia di persone -di cui la maggior parte arrivate da fuori città- che avrebbero voluto partecipare alla visita guidata organizzata dal Fai. Avrebbero voluto, perché gli organizzatori a circa tre ore dall’apertura del sito, con previsioni che superavano le cinque ore di coda hanno deciso giustamente di limitare gli accessi ai soli iscritti FAI.
Quindi non capisco come facciano questa mattina i giornali a titolare sul “grande successo” dell’iniziativa. Una iniziativa ha successo se le persone riescono a parteciparvi, e ad uscirne felici, non se vengono mandate via dopo ore di attesa sotto il sole. E nulla contro il FAI, anzi grazie per averla pensata ed organizzata, questa visita, ma una riflessione sugli eventi a Milano va fatta.
Nella accezione comune ormai, Milano è il posto dove accadono le cose per la prima volta. Una volta si veniva a Milano per fare shopping, oggi per vivere una esperienza di profonda conoscenza umana ed urbana, per immaginare meglio il futuro, per per sentirsi parte integrante del cambiamento.
Credo che passare da Milano, anche per poco, significhi proprio questo, uscire dal ruolo di spettatore per contribuire a costruire domani e verso chi sta contribuendo a definirci faro e guida dobbiamo offrire gratitudine ed investire in responsabilità. In semplici parole, dobbiamo essere capaci di intercettare preventivamente sentimenti ed emozioni, umori e necessità di chi decide di vivere Milano e dar loro la migliore risposta, proprio in ragione di quello che noi siamo.
Perché se c’è una virtù coltivata in città è proprio quella dell’efficenza.
E qui arrivo al sistema coda, di cui gli eventi di ieri hanno sancito, almeno lo spero, la fallimentare inutilità.
Da Expo in poi sembra che la coda, a Milano, stia a decretare il successo di una iniziativa, sicché quel tempo morto in attesa, spesso in piedi sotto il sole o la pioggia, è divenuta simbolo di virtù, un opportuno e piacevole pedaggio da pagare per accedere a grandi opportunità. Una selezione naturale, insomma, a cui sopravvivono solo i tenaci, un pò come i ragazzetti che vogliono entrare nei locali modaioli.
Ma in realtà il tempo morto, secondo l’accezione tipicamente milanese, non è altro che uno dei grandi mali che possono affliggere l’uomo. Noi milanesi, che veniamo addestrati sin dal giardino di infanzia a massimizzare ogni minuto dell’arco temporale della giornata, che siamo i primi consumatori di ansiolitici in territorio italiano perché le cose da fare oggi sono già scadute ieri, la coda la detestiamo, sicché l’epica della coda non è altro che un enorme ed imperdonabile falsificarequell’etica che ci fa diversi dagli altri.
Insomma, fino a poco tempo fa ci saremmo disperati per aver fallito l’evento di ieri, altro che successo.
Lasciamo le code aspirazionali ad altri mondi, non fanno affatto parte del nostro DNA, ed organizziamoci meglio. Se, come era prevedibile, la visita guidata alla torre di City Life fa impazzire di desiderio tutti, non lasciamo al FAI di gestire in solitaria l’evento, collaboriamo, investiamoci anche dei quattrini pubblici e apriamo la torre con visite su prenotazione, almeno finché i legittimi proprietari- il gruppo Generali- non ne prenderà possesso.
E così facciamo per tutti gli altri siti di interesse, le mostre, gli eventi. Raccontiamo a chi viene da fuori città che a Milano, di tempo, non se ne è mai perso.