Il centrodestra ha vinto le elezioni amministrative in Lombardia, conquistando anche la “rossa” Sesto San Giovanni. Questa volta non è il centrosinistra che ha perso, dando la possibilità agli avversari politici di governare, ma è il centrodestra che ha convinto, ed ha vinto. Quindi fossi il PD non mi interrogherei ancora su “chi è il partito e dove sta andando”, un esercizio così prolungato da sfibrare anche uno psicoterapeuta ma, magari, su quali sono i reali bisogni di una comunità. Anche gli elettori di sinistra hanno capito che il loro benessere viene prima di una carriera politica.
Cosa vogliono gli elettori? Anzitutto un pò di ordine, perché se non c’è ordine non c’è sicurezza.
Sabato, nel quartiere contiguo alla sfilata del Gay Pride il Sindaco di Milano ha vietato la vendita nei supermercati di alcol e cibi in vetro, “visti i fatti accaduti a Torino”.
Ora, qualcuno a Palazzo Marino sa cosa accade all’Esselunga di viale Piave dalle otto del mattino alle ventidue di sera, anche quando non sfila il Gay Pride? Il supermercato è diventato ricettacolo e ostaggio di alcolizzati che scavalcano le file, vomitano sui marciapiedi, ti impediscono di camminare. C’è un problema di ordine nel quartiere, ancor prima che di sicurezza, sicché l’iniziativa di Palazzo Marino, corretta per carità, è risultata infine più garante delle poltrone che delle persone.
La sfilata del Gay Pride di sabato è diventata ormai una festa, forse è eccessiva nei colori e nei costumi – questa riflessione la lascio alla comunità che la organizza – ma come tutte le manifestazioni serve a ricordare i problemi del passato ed a porre l’attenzione su quelli non ancora risolti. E’ diventata una occasione istituzionale per riflettere e per divertirsi e mi è piaciuto molto che gli studenti ed i professori del Politecnico abbiano sfilato insieme alle drag queen. Milano è esempio e guida per l’Italia, e questo Paese ha bisogno di un pò di allegria, oltre che di ordine, per trovare le soluzioni.