Domenica sera, a Milano, il cielo si è acceso di mille colori ed ancora ieri, i Navigli, trasmettevano un tramonto infuocato sul placido scorrere della nostra piccola via d’acqua. Chissà se Milano avesse avuto un fiume, magari avremmo affatto un bagno collettivo per di godere di quei colori addosso.
Ormai sappiamo tutto di atmosfera e e altocumuli lenticolari, ma non è questo il tema. E’ il rinnovato stupore del milanese che non finisce mai di stupirci, è l’entusiasmo per cui in città non si parla d’altro che del tramonto, è la speranza che questi spettacoli all’imbrunire durino il più possibile, please.
Perché questa è la nostra forza, noi milanesi andiamo avanti così, a botte di entusiasmo che ci ricaricano come una pila e ci consentono di andare sempre avanti. Milano, per crescere, non ha bisogno nè di governanti nè di politica nè di guru ma soltanto di noi. La nostra capacità si riproduce da sola, in qualunque situazione, anche la più avversa.
Noi milanesi siamo bambini che si svegliano con la voglia di esserci, coltivatori indefessi di speranza, positivi nel dna. Tutti, anche gli ultimi arrivati, e la ragione ce l’ha spiegata finalmente l’epigenetica: l’ambiente esterno è capace di modificare il nostro DNA, la positività milanese si insinua nel nostro corredo genetico dopo poco che siamo qui e diventa parte imprescindibile di noi. Ecco perchè rimarremo sempre milanesi, ovunque poi andremo. 
La grande bellezza di Milano è questa, la coltivazione sistematica di una forma di entusiasmo non selettivo che si produce grazie ad ogni situazione che ci offra una emozione, che venga dall’uomo, dalla scienza o da Dio. E noi poi siamo bravi a tramutare l’emozione contemplativa in voglia di fare.
Certo, difettando di disincanto siamo anime più esposte a delusioni, dolori e tradimenti, che ci colpiscono alle spalle proprio perché non li mettiamo mai in conto. E siamo anche un pò troppo moralisti, come i bambini appunto, ed alle volte ci manca la visione d’insieme dell’uomo, che non può essere mai di un colore solo. Difetti ne abbiamo anche noi, e non sempre siamo capaci di lavorarci sopra.
Ma poi ci basta un tramonto e ripartiamo con la forza divina di chi è ispirato da un dio, con il coraggio di chi sa che non c’è ostacolo che non si possa abbattere, meta che non si possa raggiungere.
Per noi milanesi, in fondo, il tramonto non è che la conferma tangibile della realizzabilità di ogni sogno.
