Ho capito quanto stiano diventando importanti i chatbot quando ho trovato in rete le istruzioni per costruirsi da se’ un bot che sia in grado di interagire con i tuoi utenti per palarci, vendergli quel che produci, assumere informazioni sulle loro vite.
Cosa siano i chatbot è facilissimo. Sono programmi informatici in grado di colloquiare con l’utente alla stregua di un essere umano. Non sono dunque una novità, Siri ad esempio è un chatbot vocale ma ci sono anche chatbot che interagiscono con la messaggistica scritta, o con email. Insomma chatbot è qualsiasi software che dialoga e si relaziona con l’uomo attraverso un linguaggio naturale, pur essendo solo il prodotto di algoritmi, inserito in un canale di messaggistica.
Se finora abbiamo fatto la spesa sul sito di Esselunga o acquistato il biglietto del tram sull’app ATM da domani sarà tutto più facile, perché con i chatbot delle aziende inserite in Messenger per prenotare una cena o mandare un mazzo di fiori non dovremo più entrare o uscire dalle app, cercare e digitare sui siti, ma rimanere in chat e chiedere al chatbot di farlo per noi.
Insomma siamo passati dal concetto “non esco più da casa” a ” non esco più dalla chat”. Tutti dicono che ad utilizzare i chatbot saranno esclusivamente i nativi digitali; io invece credo che sarà una fantastica opportunità per gli ignoranti digitali, che vedranno molto semplificato il loro accesso ai servizi che il web potrà fornire: basta chiedere!
Ma il robot che sta in chat (si bot sta per robot) potrebbe prendere il sopravvento sulle nostre decisioni? Mi spiego. La nuova frontiera delle chatbot è quella di offrire beni e servizi su misura per il singolo utente. Non più quindi solo facilitare l’accesso al servizio trovando il ristorante più vicino, come fa Siri, ma cercando il posto che più ci piacerebbe per cena.
Insomma il chatbot immagazzinerà informazioni su cosa ci piace, cosa ci ispira, attraverso la relazione personale che instaura con l’utente fatta di gestione delle informazioni che gli offriamo, per scegliere il bene o il servizio più vicino ai nostri personalissimi gusti e preferenze. Un fantastico personal shopper artificiale.
Il conversational commerce offre dei vantaggi indiscutibili. Tempo risparmiato su prodotti mirati. Certo, dovremo raccontare tutto al nostro virtual shopper, che a differenza degli umani nulla dimenticherà ne cancellerà, profilandoci come i serial killer, ma questo lo abbiamo già accettato mettendo in rete tutta la nostra vita.
Resta solo un dubbio. Non sarà che il chatbot, mostrandoci solo quello che è certo che ci piaccia, ci priverà del gusto della sperimentazione, dell’azzardo verso il brutto, del rischio di provare nuovi e finora sconosciuti piaceri?