Sabato 24 e domenica 25 marzo tornano le Giornate Fai di Primavera, in cui grazie al lavoro ed alla costante dedizione dei volontari del Fondo Ambiente Italiano sarà possibile visitare luoghi solitamente inaccessibili o poco accessibili al pubblico. Oppure luoghi che abbiamo sotto gli occhi, ma di cui non sempre riusciamo a cogliere la bellezza e l’esclusività.
Quest’anno sono oltre mille i luoghi della cultura aperti in tutta Italia nel primo fine settimana di primavera – anche se noi a Milano di primavera ne abbiamo vista ben poca- ma noi ci chiamiamo milanomind sicché ci concentreremo esclusivamente sulle aperture milanesi. Fosse facile. Ne ho contate 21. L’elenco completo lo trovate sul sito del FAI.alcuni siti sono visitabili solo per i sostenitori FAI ma potete fare direttamente l’iscrizione lì ed il problema è risolto, come ho fatto io qualche anno fa.
Io vi racconto quello che, spero, sarà il mio programma.
1. Diana: hotel in stile liberty ed un grande giardino. Viale Piave. Ora, ci passo davanti mediamente un paio di volte al giorno. A dire il vero ci ho anche dormito una notte, quando dimenticai di pagare una fattura di A2A e mi staccarono la luce (che vergogna). Ci ho anche festeggiato un paio di occasioni familiari. Ma ci torno volentieri. Per ricordare la sua storia. I Bagni Diana, così si chiamava nell’800 sono stati la prima piscina pubblica d’Italia, con accesso consentito solo agli uomini e solo
più avanti, e solo alla mattina, anche alle donne. Più avanti l’edificio liberty divenne un centro polifunzionale, era albergo ma anche teatro, ristorante e sferisterio per il gioco della pelota basca. La piscina mi dite? Venne sostituita con una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Il 21 marzo 1921 fu oggetto di un attentato anarchico durante il quale morirono 21 persone mentre 80 spettatori del teatro restarono feriti. In quel periodo a Milano la fede anarchica poteva godere di una grande comunità di ferventi, che ad onor del vero si dissociò immediatamente dalla strage. Un posto in cui riecheggia la storia insomma.
2. Gerolamo, un piccolo teatro un grande gioiello. Piazza Beccaria. Con il loggione a ferro di cavallo e il doppio ordine di palchi ricorda la Scala. Sembra sia stato progettato Giuseppe Mengoni, l’autore della Galleria, ed ha aperto i battenti nel 1868. E’ stato il teatro dei Colla, la celebre famiglia milanese di artisti della marionetta che organizzano lì i loro spettacoli fino al 1957, quando sono intervenuto i impresari di teatro che hanno portato al Gerolamo artisti come Eduardo de Filippo, Dario Fo e Franca Rame. Chiude il sipario nel degrado più totale nel 1983 per riaprire meravigliosamente restaurato nel 2016. Non pensate che sia una meta imperdibile?
3. Ippodromo Snai San Siro, piazzale dello Sport. Tappa obbligata per chi non c’è mai stato, per ammirare il Cavallo di Leonardo. La storia è questa: Leonardo Da Vinci era intenzionato a realizzare la piu grande statua equestre del mondo, su commissione di Galeazzo Maria Sforza che voleva dedicare l’opera a Francesco Sforza, il fondatore della dinastia. Ci lavorò tanto, nonostante la morte del committente e le traversie politiche dell’epoca, fino a raggiungere la progettazione e il modello della statua, che però non vide mai la fusione per l’intervento in Lombardia delle truppe francesi. Nel 1977 un politico americano,
Charles Dent volle replicare l’impresa, utilizzando proprio il progetto leonardesco, ma morì prima che l’impresa fosse completata. Ci penso quindi il proprietario di un supermercato del Michigan a finanziare l’impresa, chiedendo che si fondessero due cavalli, uno dei quali venne donato a Milano che nel settembre 1999 decise di porlo all’ingresso dell’ippodromo di San Siro. Ah, gli americani.
4. Dan Flavin in Chiesa Rossa, via Neera: la chiesa ospita in via permanente “Untitled” , l’ultima opera dell’artista minimalista Dan Flavin, completata due giorni prima della sua morte. L’installazione presente nella chiesa, consacrata nel 1932 dal Cardinal è costituita da tubi al neon blu e verdi per la navata centrale, rossi per il transetto, oro per l’abside, più fili di neon a luce di Wood. Imperdibile.
5. Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa piazza Affari. Quale migliore occasione per portare un nostro personalissimo saluto alla finanza, oltre a quello che Cattelan ha sintetizzato nel dito medio posto sul piazzale antistante?
Ecco. Poi ci sarebbero anche:
Book Pride, la fiera dell’editoria indipendente al Mudec ed al base, da oggi fino a domenica ore 10,00-20,00 e attenzione, a differenza di tempo di libri è gratis.
Floralia, il mercatino di fiori e piante nella suggestiva cornice … oddio, sembro una agenzia di viaggi, sul sagrato della chiesa di San Marco a Brera, e troverete anche golosità, abiti vintage, gioielli e design a poco prezzo.
Acquarium Show 2018, Salone degli acquari e dei pesci tropicali in Fiera, via Gattamelata 14, gate 14, e lì ci scappa un giretto a citylife piazza tre torri.
Be nordic, si presentano Danimarca Norvegia e Finlandia tra cibo, cultura e tradizioni, nello spazio Misceosoft di viale Pasubio
Cibo a regola d’arte, appuntamenti degustazioni corsi laboratori per bambini e masterclass all’UniCredit Pavillon.
Domenica si corre infine la Stramilano, evviva Milano, dunque.
Ps: purtroppo le immagini, per la prima volta, non sono le mie. Mi perdonerete?