Oggi vi racconto una storia su Milano, che godrebbe di toni dickensiani se non fosse finita, nella penna di Zita Dazzi di Repubblica Milano, in un parossismo di ideologia, o di cattiva digestione. Il giudizio lo lascio a voi.
Un lettore scrive a Repubblica Milano una storia tristissima, raccontando che la notte di Natale alcuni ladri si sono introdotti nell’appartamento della famiglia di una sua amica -che era a festeggiare la Vigilia dai nonni con i bambini – ed hanno rubato, oltre alle scontate posate di argento, anche i regali dei bambini posizionati sotto l’albero, dopo averli spacchettati e aver fatto una cernita di quelli di loro gradimento. In particolare sembra abbiano portato via: mutande e profumo firmati, un orso di peluche destinato al neonato di casa, uno smartphone per il figlio adolescente e lo zaino per quello di mezzo, che probabilmente gli è servito per raccogliere la refurtiva. Il lettore, sconsolato, si chiede quindi che razza di città sia diventata Milano, dove sta venendo a mancare il rispetto per i sentimenti dei più piccoli ( a cui peraltro è impossibile raccontare che degli uomini si sono introdotti in casa loro impossessandosi dei regali portati da Babbo Natale) e se non sia il caso di piantarla con il buonismo dilagante per agire con il pugno di ferro contro chi viola la privata proprietà anche in un momento sacro come quello della Vigilia di Natale. Suggerisce infine, il povero lettore, di mandare in pattuglia qualche poliziotto armato in più per contrastare il crimine in una città che da essere la capitale morale sta diventando una terra di nessuno.
Siete d’accordo anche voi, come il lettore, che il furto dei regali destinati ai bambini durante la notte di Natale sia un crimine che vada perseguito con determinatezza? Zita Dazzi, che è deputata da Repubblica Milano a rispondere alla posta dei lettori no. Non è affatto d’accordo che sia un crimine. Lei gli scrive, e ci risponde, che se i ladri si sono introdotti nell’appartamento la colpa è nostra che ci facciamo costosi regali di Natale. Sissignore. Proprio così.
Infatti, dopo il solito pippone sul consumismo, la perdita dei valori, l’insensatezza di regalare uno smartphone ad un adolescente (non un motoscafo, un telefonino) la giornalista così conclude: “in quanto alla nostra sicurezza non sono sicura che sia un problema di avere più o meno poliziotti armati nelle strade. Forse non basterebbe possedere meno oggetti costosi da tenere nelle case o da indossare, per scoraggiare i ladri dal farci visita così di frequente?”
Quindi se ci rubano in casa la colpa è nostra, secondo la Dazzi, perché abbiamo troppe cose di valore.
Ora un paio di considerazioni sono d’obbligo.
La prima lessicale. Signora Dazzi, sono le vecchie zie e i vicini affettuosi che “fanno visita” nei nostri appartamenti, i ladri si introducono con l’inganno, la violenza e talvolta con efferatezza, fino a mettere in pericolo la stessa vita dei derubati.
La seconda, di buon senso. Signora Dazzi, ha mai sentito parlare degli sciacalli che dopo le scosse di terremoto fanno razzia nelle case crollate? Posto che a venire giù sono sempre e solo le case della povera gente, che quelle dei ricchi restano sempre in piedi, le sembra forse che il ladro prima di introdursi nelle abitazioni e violare la proprietà privata sia solito effettuare una verifica della dichiarazione dei redditi? Ci sono più furti in centro, a Milano, o in periferia?
Ed infine. A leggere lei sarebbe una colpa fare dei bei regali di Natale ai propri figli anche se il denaro lo hai guadagnato onestamente e faticosamente, anzitutto perché alimenti il famigerato consumismo, e poi perchè urti la sensibilità dei ladri e li mandi in tentazione, tanto che costoro si sentono costretti a commettere dei crimini di cui farebbero volentieri a meno se fossimo tutti poveri.
Torno alla domanda iniziale. Signora Dazzi, lei durante le vacanze di natale si è ubriacata di ideologia per non prendere chili con lo spumante o patisce di suo un carattere bilioso, derivante certamente da una cattiva digestione, che la porta a scrivere queste sconsiderate considerazioni verso l’altrui felicità natalizia, che sta tutta nel vedere i propri figli che scartano i pacchetti sotto l’albero senza che nessuno si debba permettere di toglierci anche questo piccolo momento di gioia? Che di pensieri, sui nostri figli e sul loro futuro, già ne facciamo troppi, anche in una città prospera come Milano.
Ah, un’altra domanda. Signora Dazzi lei ce l’ha mai avuta una casa di proprietà? Perché se l’adolescente che chiede uno smartphone è da crocifiggere, immagini chi ha, addirittura, una proprietà immobiliare a Milano. A questo punto, seguendo il suo pensiero, al proprietario di una casa il processo andrebbe fatto ex ante, ancor prima che possa indurre in tentazione il povero ladro. E magari sulla pubblica piazza, così da essere da monito a tutti i proprietari immobiliari, anche quelli che pagano un mutuo da quaranta anni per un bilocale a Quarto Oggiaro, non solo per chi ha casa in centro, sui navigli, o addirittura in un grattacielo.